sabato 9 maggio 2009

Training towards the exam (2) - La matrice del BCG

La matrice del BCG, ovvero la matrice portafoglio prodotti, è uno strumento utile di valutazione e gestione di un portafoglio diversificato di business? In che modo costruire questa matrice? Quali elementi (sul piano dei dati) sono necessari? Quali sono i limiti di questa matrice? Quali sono le differenze rispetto ad altri strumenti di valutazione/gestione del portafoglio?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

la matrice bcg è sicuramente un strumento utile di valutazione in quanto è in grado di rappresentare tutte le attività di un impresa diversificata in un modello grafico e svolge le funzioni di:
-allocazione delle risorse
-formulazione di una strategia di business
-bilanciamento del portafoglio dei flussi di cassa e del mix di attività diverse in diverse fasi del ciclo di vita.
essa è composta da 2 variabili:quota di mercato relativa intesa come rapporto tra la quota di mercato dell'impresa e quella del leader di mercato sull'asse delle ascisse e dal tasso di crescita del mercato sull'asse delle ordinate che permettono di individuare 4 quadranti.ognuno di essi permette una valutazione dell'attività dell'impresa e quindi di effettuare una decisione strategica in base alla posizione che assume:question mark,star, cash cow o dog. i limiti di questa matrice provengono proprio dal fatto che tiene conto di sole 2 variabili a differenza della matrice mckinsey che è composta da un aggregazione di variabili nell'analizzare l'attrattività del settore ;limiti di misurazione per il posizionamento interno delle attività delle matrici come la misurazione della quota che dipende dalla definizione del mercato; si pressuppone che ogni business sia indipendente dagli altri.
domenico forzese

Marchese Vincenzo ha detto...

La matrice del BCG è uno strumento utile per analizzare tutte le attività di una impresa diversificata e offre dei suggerimenti strategici per gestirle. I due assi della matrice si riferiscono al tasso di crescita del mercato e alla quota di mercato relativa. Il tasso di crecita del mercato rappresenta l'attratività del settore, mentre la quota di mercato relativa rappresenta la posizione competitiva. Dunque i due assi sono rappresentati dalle principali fonti di redditività (posizione competitiva e attrattività del settore). I limiti di questa matrice sono diversi. In primo luogo vengono eccessivamente semplificati i fattori che determinano l'attrattività dei settori e la posizione competitiva; in secongo luogo, il posizionamento delle attività all'interno della matrice è soggetto a forti limiti di misurazione; infine, l'approccio presuppone che ogni attività sia completamente indipendente dalle altre.

gianfranco fiorito ha detto...

La matrice del BCG può essere usata per determinare quali priorità dovrebbero essere date nel portafoglio prodotti di una business unit. Per assicurare la creazione di valore nel lungo termine, un’azienda dovrebbe avere un portafoglio di prodotti ad alta crescita, che necessitano di input di denaro, e prodotti a bassa crescita che generano molto denaro.
La matrice BCG si sviluppa su 2 dimensioni formate da: tasso di crescita del mercato e dalla quota di mercato. Questa individua 4 aree in rapporto al tasso di crescita del mercato di quel particolare prodotto e alla frazione di quota di mercato occupata dal prodotto dell’azienda in questione rispetto a quella occupata dal leader di mercato:
- question mark: alta crescita, quota di mercato bassa;
- star: alta crescita, alta quota di mercato;
- cash cow: bassa crescita, alta quota di mercato;
- dog: bassa crescita, quota di mercato bassa.
I limiti del modello BCG sono: considera solamente l’impatto finanziario delle scelte strategiche, elevata prescrittività in rapporto alle variabili considerate, la crescita di mercato non è l’unico indicatore dell’attrattività del mercato, il modello trascura i piccoli concorrenti che hanno quote di mercato che crescono rapidamente.
Un metodo alternativo alla matrice del BCG e quella McKinsey – GE che però non usa variabili semplici ma aggregate, cioè elementi che caratterizzano l’attrattività del settore e competitività dell’impresa. L’impresa va collocata in uno dei nove quadranti della matrice in imprese che dovrebbero essere sviluppate, imprese che dovrebbero essere mietute e imprese che dovrebbero essere mantenute.

Anonimo ha detto...

finocchiaro c. letizia

La matrice del BCG, è uno strumento utile di valutazione e gestione di un portafoglio diversificato di business. infatti permette una rapida analisi, in quanto sono richiste soltanto due variabili e può essere utilizzat come supporto per analizzare e discutere più dettagliatamente la posizione competitiva e la strategia delle singole aree d'affari.
questa matrice si costruisce ponendo:
-sull'asse delle ascisse, la quota di mercato relativa;
-sull'asse delle ordinate, il tasso di crescita del mercato,in %.
gli elementi necessari per il calcolo della quota di mercato relativa, sono le quote di mercato sia dell'impresa che effettua l'analisi, che dell'impresa leader nel settore.
tra i limiti di questa matrice troviamo che, utilizzando due sole variabili,rappresenta una grossolana semplificazione dei fattori che determinano l'attrattività del settore e il vantaggio competitivo. inoltre presuppone che ogni attività sia indipendene dalle altre,quindi in caso di interdipendenza tra le diverse aree strategiche,si può arrivare a scelte strategiche subottimali.
tra le differenze rispetto ad altri strumenti di valutazione(come per esempio la matrice mckinsey)troviamo l'utilizzo di variabili semplici,anzicchè composte da più elementi, e la possibilità di utilizzare la matrice BCG per ripercorrere concettualmente il ciclo di vita di un prodotto/business.

Anonimo ha detto...

Il metodo della matrice BCG è il più famoso strumento di gestione di portafogli.Permette di classificare le aree strategiche di affari o attività di impresa. questa matrice si costruisce sulla base di due dimensioni:quota di mercato (sull'asse orizzontale, che misura la forza dell'impresa in quel mercato) e crescita del mercato (sull'asse verticale,che è una misura di attrattività del mercato). dalla combinazione di questi due elementi si possono individuare quattro tipi di attività: question mark,rising star,cash cow,dog. Limiti di questa matrice: un'alta quota di mercato non è l'unico fattore di successo; la crescita di mercato non è l'unico indicatore dell'attrattività di un mercato; potrebbero sussistere difficoltà ad ottenere dati sulle quote di mercato e sulla crescita di mercato; un'alta quota di mercato non conduce necessariamente alla profittabilità per tutto il tempo; un business con una bassa quota di mercato potrebbe generare profitti;il modello non tiene conto dei piccoli concorrenti che hanno quote di mercato in continua crescita. La matrice BCG è preferibile rispetto ad altri strumenti di valutazione/gestione del portafoglio (come ad esempio la matrice GE) perchè è creata sulla base di variabili più semplici,lavorando solo su due dimensioni.
Claudia Le Mura

Carmelo Lizzio ha detto...

La matrice BCG è uno dei più famosi modelli di pianificazione del portafoglio di un'impresa diversificata.
Come la McKinsey, la BCG utilizza l'attrattività del settore (misurata attraverso il tasso di crescita del mercato) e la posizione competitiva (misurata dalla quota di mercato relativa) x confrontare il posizionamento strategico di diverse aree d'affari e formulare suggerimenti strategici.
Dal punto di vista pratico, la quota di mercato relativa indica il numero di volte in cui il fatturato di un business supera quello del concorrente principale, espresso non in % (fatturato business impresa X/fatturato business concorrente principale). Se il risultato, ad esempio è pari a 1,5 allora, il mio business supera di 1,5 volte il business del leader di mercato.
Il tasso di crescita del mercato, espresso in %, è dato invece dal rapporto tra: (mercato totale anno X - mercato totale anno X-1)/(mercato totale anno x-1).
Valutando queste due grandezze, è possibile identificare se un determinato business si trova in una posizione di:
-- Star
-- Question Mark
-- Cash Cow
-- Dog
Se il business viene identificato nel riquadro STAR, allora vi è un elevato grado di attrattività e una forte posizione competitiva; vi è generazione di una forte quantità di cassa, ma necessita di ingenti investimenti per continuare a sostenere la propria posizione competitiva; i flussi di cassa sono piuttosto limitati e gli utili elevati; la strategia pertanto sarà, investire nella crescita.
Se il business viene identificato nel riquadro QUESTION MARK, allora la sua quota di mercato è relativamente bassa, ma il tasso di crescita è elevato; i flussi di cassa sono piuttosto negativi in quanto dipendenti dagli investimenti da effettuare; gli utili sono bassi e la strategia da adottare, pertanto sarà quella di operare una selezione x individuare i business davvero attraenti.
Se il business è collocato nel riquadro CASH COW, allora sarà caratterizzao da un'elevata quota di mercato nonchè elevato tasso di cresita; si caratterizzano per un'enorme forza competitiva all'interno di un mercato che va verso il declino x cui generano un flusso di cassa maggiore rispetto ad ogni possibile reinvestimento al loro interno; costituiscono una fonte sicura di cassa da investire nello sviluppo degli altri business aziendali; gli utili sono elevati e pertanto questi business sono delle vere e proprie "vacche da mungere".
Se collochiamo il business in una posizione di DOG, quota di mercato e tasso di crescita saranno bassi; i flussi di cassa piuttosto limitati, risultano sufficienti per mantenere in vita l'attività; se si verificano opportunità di crescita, la strategia più opportuna pare essere quella della mietitura o del disinvestimento.
E' possibile utilizzare la matrice BCG x ripercorrere idealmente il ciclo di vita di un prodotto o nello psecifico, di un business:
Introduzione = Question Mark
Sviluppo = Star
Maturità = Cash Cow
Declino = Dog
I limiti di questa matrice provengono proprio dal fatto che tiene conto di sole 2 variabili a differenza della matrice McKinsey che è composta da un aggregazione di variabili nell'analizzare l'attrattività del settore; il posizionamento delle attività all'interno della matrice è soggetto a forti limiti di misurazione (la quota di mercato relativa alla matrice dipende in massima parte dalla definizione del mercato; l'approccio pesuppone che ogni area d'attività sia completamente indipendente dalle altre...

Inoltre: Cosa ci fornisce???
- posizionamento del business sulla base del grado di attrattività del settore e della sua capacità competitiva interna;
- contributo del singolo business in termini di fatturato;
- generazione vs assorbimento di cassa x ciascun business;
- orientamenti strategici perseguibili per ogni business.

Anonimo ha detto...

La matrice BCG è uno strumento utile per la valutazione e la gestione di un portafoglio diversificato di business. Essa è utilizza l'attrattività del settore e la posizione competitiva per confrontare il posizionamento strategico di diverse aree di affari. Gli elementi necessari per formulare la matrice sono: l'attrattività del settore che è misurata attraverso il "tasso di crescita del mercato" (in %), e la posizione competitiva che è misurata dalla "quota di mercato relativa" (non in %). La quota di mercato relativa (individuata nell'asse delle ascisse della matrice) si ottiene dal seguente calcolo: fatturato business X dell'impresa focale/fatturato business X del concorrente principale. Questo rapporto indica il numero delle volte in cui il fatturato di un business supera quello del concorrente più forte. Il tasso di crescita del mercato (nell'asse delle ordinate) si ottiene da: mercato totale anno X -mercato totale anno X-1/mercato totale anno X-1. Questo indicatore fornisce una misura del grado di attrattività dell'ambiente competitivo esterno.
I limiti di questa matrice sono:
-è una rappresentazione semplificata dei fattori che determinano l'attrattività del settore e il vantaggio competitivo, poichè utilizza solo due variabili;
-questa matrice considera ogni area di attività completamente indipendente dalle altre, non è adatta se ci fossero business interdipendenti tra loro...
Le differenze tra gli altri metodi possono consistere nell'utilizzo di sole due variabili seplici e quindi il calcolo è più rapido e più facile, e non solo questa matrice evidenzia il posizionamento delle unità di business in funzione della crescita del mercato e della quota di mercato relativa, ma indica anche il loro fatturato relativo, l'andamento della distribuzione e le variazioni del posizionamento strategico nel corso del tempo.

Valeria Fiscella

Anonimo ha detto...

La matrice del BCG è uno strumento molto utile di valutazione e gestione di un portafoglio diversificato di business, poiché permette di individuare il posizionamento strategico dei vari business, di formulare strategie adeguate per ciascuno di essi e di valutare l’equilibrio complessivo della attività in portafoglio.
Sull’asse delle ascisse di questa matrice troviamo la quota di mercato relativa non in % che indica la posizione competitiva del business nel suo settore ed è data da: fatturato del business X dell’impresa Y / fatturato del business X del concorrente principale. Sull’asse delle ordinate troviamo il tasso di crescita del mercato in % che misura l’attrattività del settore ed è dato da: mercato totale anno X – mercato totale anno X-1 / mercato totale anno X-1. Dalla combinazione di queste 2 variabili si ricava una matrice con 4 quadranti ognuno dei quali rappresenta la posizione in cui si possono collocare i diversi business: star, question mark, cash cow, dog.
E’ una matrice molto semplice, soprattutto perché sono richieste solo 2 variabili, e questo permette di effettuare l’analisi in modo facile e rapido e senza bisogno di una grande quantità di informazioni dettagliate; ma vi sono dei limiti: rappresenta una grossolana semplificazione dei fattori che determinano l’attrattività del settore e il vantaggio competitivo, il posizionamento delle attività all’interno della matrice è soggetto a forti limiti di misurazione (ad es. la misurazione della quota di mercato relativa dipende dalla definizione dei confini del mercato), ogni business è considerato indipendente da tutti gli altri (anche se esiste correlazione).
Possiamo individuare alcune differenze rispetto ad altri strumenti di valutazione e gestione del portafoglio, in particolare rispetto alla matrice GE/McKinsey: la matrice del BCG utilizza variabili semplici e non aggregate, considera il contributo del singolo business all’azienda in termini di fatturato, può essere utilizzata per ripercorrere concettualmente il ciclo di vita di un business (question mark = introduzione, star = crescita, cash cow = maturità, dog = declino).

Maria Carmen Giarrizzo

Gabriele Messina ha detto...

Uno dei punti più complessi dell'organizzazione di un'impresa diversificata è senz'altro la gestione del portafoglio, ovvero di tutte le attività di cui si occupa. Un modo semplice per distinguere i business che offrono maggiori opportunità di profitto rispetto a quelli dai quali è meglio disinvestire, sono delle matrici, che attraverso una rappresentazione grafica, individuano la strategia migliore da implementare.
La matrice BCG (Boston Consulting Group) utilizza come variabili la quota di mercato relativa dell'impresa (rapporto del proprio fatturato con quello del leader del settore) e il tasso di crescita annuo del mercato.
In base al loro valore assegniamo al business una specifica fase di vita, facendogli di conseguenza assumere le corrispondenti caratteristiche e strategie da intraprendere:
- QUESTION MARK: INTRODUZIONE (quota mercato rel bassa e tasso di crescita alto)
- STAR: SVILUPPO (quota mercato rel alta e tasso di crescita alto)
- CASH COW: MATURITA' (quota mercato rel alta e tasso di crescita basso)
- DOG: DECLINO (quota mercato rel bassa e tasso di crescita basso).
Un'altra matrice conosciuta come McKinsey utilizza altre due variabili più complesse che analizzano l'attrattività del settore e la posizione competitiva dell'impresa nel settore stesso.
Ma i limiti che intercorrono riguardano la misurazione grossolana e difficile delle attività, da considerare nella loro evoluzione, e dall'interdipendenza tra le diverse aree d'affari.